Il presidente Bartoli: per Giulio e per le migliaia di casi Regeni nel mondo

 

 

 

Sit-in a Roma per chiedere verità e giustizia. I genitori di Giulio: Il governo reagisca

 

L’Ordine nazionale dei giornalisti ha partecipato con la Federazione nazionale della stampa, al sit-in presso il tribunale di Roma, promosso dalla rete “Giulio siamo noi” in occasione della nuova udienza a carico dei quattro agenti dei servizi egiziani accusati di aver ucciso, nel 2016 al Cairo, Giulio Regeni. Il presidente Bartoli, ha dichiarato che “il Consiglio nazionale c’è e sarà sempre presente a fianco della famiglia Regeni, a chiedere verità e giustizia, per Giulio e per le migliaia di casi Regeni sparsi nel mondo”. Nell’udienza di questa mattina, è stato ascoltato dal Gup di Roma, Nicola Russo, capodipartimento affari giudiziari del Ministero della Giustizia, che ha dichiarato che “ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’autorità egiziana in merito ai quattro imputati. L’ultima sollecitazione in ordine di tempo risale al 6 ottobre scorso. Gli egiziani non hanno risposto neanche alla richiesta di incontro che la ministra della Giustizia Marta Cartabia aveva chiesto nel gennaio scorso”. Russo ha ricostruito quanto compiuto dal ministero negli ultimi mesi e in particolare la missione al Cairo. «Siamo andati in Egitto dal 13 al 15 marzo per sollecitare le autorità ad acquisire informazioni sugli imputati. Sul caso Regeni però la Procura generale egiziana, l’unica autorità competente, ha ribadito che resta valido quanto contenuto nel decreto di archiviazione per i quattro firmato dai magistrati egiziani nel dicembre scorso». In Egitto non si potrà più aprire un procedimento per il caso Regeni nei loro confronti per il principio del ‘ne bis in idem’. Rispondendo alle domande dell’aggiunto Sergio Colaiocco, Russo ha aggiunto che fino ad ora non si è valutato di ricorrere al trattato internazionale sulla tortura firmato nel 1984 e a cui ha aderito anche l’Egitto. «Riteniamo sia una scelta di ordine politico, si valuterà con il nuovo ministro della Giustizia», ha aggiunto. Il giudice per le udienze ha aggiornato quindi il procedimento al prossimo 13 febbraio rinnovando ai carabinieri del Ros le ricerche degli imputati. Delusi e amareggiati i genitori del ricercatore friulano che hanno ribadito come questa sia l’ulteriore dimostrazione di come l’autorità egiziane non abbiano intenzione di collaborare. “Auspichiamo dal governo un’adeguata reazione di dignità” hanno dichiarato i signori Regeni.

       

In concomitanza con l’udienza, nel piazzale antistante il palazzo di giustizia, insieme con i genitori di Giulio Regeni e con la legale della famiglia, Alessandra Ballerini, si è tenuto il presidio a cui hanno partecipato, fra gli altri, oltre all’Ordine e alla Fnsi, l’Usigrai, associazione Amici di Roberto Morrione, Articolo21, rappresentanti del collettivo Giulio Siamo Noi e alcuni esponenti politici.

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