Autore: Robert Musil

Editore: Reverdito (2019), pag. 254, Euro 18,00

Nell’anno finale della Grande Guerra, il comando supremo austro-ungarico, diventa consapevole della necessità di disporre di un efficace e ben organizzato apparato di propaganda per le proprie truppe. Così, nel marzo 1918, il viennese “Quartiere della stampa di guerra” incarica Musil, che a Bolzano aveva già diretto la Soldaten-Zeitung, di dirigere il nuovo settimanale “patriottico” Heimat. All’edizione tedesca, poco alla volta, se ne affiancano altre tre: Domov, in lingua ceca; Üzenet, in ungherese; Domovina, in lingua croata. Sono pubblicazioni difficili da reperire, di cui sembra non esistere alcuna raccolta completa. Neppure di Heimat si conoscono tutti i numeri: la prima uscita e il foglio volante che la pubblicizza sono del 7 marzo 1918; l’ultimo numero ad essere stampato, dovrebbe essere quello datato 24 ottobre. Obiettivi del giornale di Heimat sono la pubblicazione di servizi periodici sulla salute economica e militare della Duplice monarchia e la lotta contro le correnti disfattiste, che attraversano l’Impero, nutrite dal mito della rivoluzione d’ottobre in Russia. È un giornale che si propone di dare risposte e instillare fiducia nella “prossima, sicura vittoria”.

Il lavoro di Musil a Heimat è la dimostrazione che ogni esperienza, ogni vicenda della sua vita sono degli affluenti, anche minimi, del grande flusso rappresentato dalla sua opera maggiore (“L’uomo senza qualità”). Tutto vi confluisce. Heimat cessa le pubblicazioni con il crollo dell’impero e questo volume, in prima edizione mondiale, raccoglie un’antologia di testi pubblicati.

Robert Musil (1880-1942) scrittore austriaco. Lavorò per molti anni alla sua opera maggiore (“L’uomo senza qualità”), rimasta incompiuta. Musil, come Proust e Joyce, dissolve lo schema tradizionale del romanzo e, nel conflitto interiore di Ulrich, eroe negativo, incapace di agire, rispecchia – sullo sfondo della Vienna degli anni 1913-14 – la crisi della società europea.

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