Si è spento Gianfranco Sansalone. Giornalista professionista, già consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti per tre consigliature, eletto in Liguria. Gianfranco era stato anche revisore dei conti dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria e attualmente era ancora in carica come componente del Comitato tecnico scientifico dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Aveva 65 anni. Mesi fa era stato colto da malore a Vinci, in provincia di Firenze, dove da qualche anno si era trasferito con la famiglia. Anche in Toscana Gianfranco si era impegnato con la Fondazione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana e con l’Ordine stesso, offrendo il suo contributo nell’organizzazione e nelle docenze dei corsi di formazione. Giornalista di grandi qualità, onesto, scrupoloso e sensibile, si era già distinto per il coraggio con cui da giovane cronista dell’Unità in Calabria, la regione in cui era nato, aveva seguito le vicende giudiziarie legate alla criminalità organizzata. Trasferitosi a Genova alla redazione dello stesso quotidiano ha in seguito proseguito la professione lavorando in Rai, al Secolo XIX, all’Ansa, al Corriere della Sera e in altre testate per dare poi vita ad una agenzia di stampa che ha diretto per diversi anni. Nel 1986 aveva condotto il primo censimento dell’editoria in Liguria poi pubblicato ne L’Agenda della Comunicazione, di cui Sansalone fu l’ideatore con la Cooperativa di giornalisti Agf. Gianfranco godeva della stima dei colleghi e di quanti lo hanno conosciuto non solo per le doti professionali, ma per la dirittura morale, l’umanità e per la generosa disponibilità verso gli altri, in particolare verso i giovani che si affacciavano al giornalismo. Impegnato nella vita sindacale e negli enti di categoria, Sansalone era stato un attivo componente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti soprattutto nella elaborazione dei progetti di riforma della obsoleta legge ordinistica del 1963. I suoi colleghi e amici liguri con cui ha condiviso un lungo percorso lo ricordano come “ Uno scanzonato pioniere di una professione aperta al nuovo, capace di misurarsi con mezzi e linguaggi diversi senza venire meno al rigore imposto dalla deontologia professionale e senza mai tradire quel patto con i cittadini che Gian riteneva fossero i veri “padroni” cui il giornalista era tenuto a rendere conto”.
Alla compagna, Oksana, e al figlio Dani le condoglianze e l’abbraccio sincero del Presidente e di tutto il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.