Autore: Adriana Pannitteri
Editore: Grifo (2021), Pag. 129, Euro 12,50

“Da tempo Pannitteri ci ha reso partecipi, tramite una serie di libri e iniziative, dei suoi incontri ravvicinati con ambiti in cui crimini gravi e malattia mentale, ricerca di giustizia e necessità di cura s’incontrano e scontrano”, così scrive Annelore Homberg, psichiatra e psicoterapeuta, nella Postfazione.
L’ultimo romanzo di Adriana Pannitteri, pubblicato nel 2020, era dedicato alla problematica del femminicidio ed era rivolto ai ragazzi. Ora, con questo diario, invita a riflettere sul diritto e sul funzionamento della mente umana, senza lasciarsi influenzare dal carattere mediatico degli accadimenti, che induce a una loro considerazione superficiale. E’ innanzitutto dovere della cronista essere consapevole dell’importanza del movente dell’azione, del problema dell’imputabilità dell’agente e di quello della sua pericolosità sociale, avverte l’Autrice, come testimonia Giunio Rizzelli, docente di Diritto romano e Antropologia del jus, nel suo intervento (La ‘follia’, il ‘diritto’ e il passato del presente).
Mentre il magistrato Valerio de Gioia sottolinea, nella Prefazione, che la lettura del libro – in cui l’Autrice, con rara maestria, riesce a calare complicati principi giuridici in casi di cronaca giudiziaria rimasti impressi nella memoria collettiva – consente al lettore di valutare in modo maggiormente obiettivo i provvedimenti giurisdizionali adottati da magistrati che, occorre ricordare, in quanto soggetti alla legge, devono limitarsi a darne applicazione.
Il libro è diviso in quattro parti. Nella prima (Intendere e volere) l’Autrice prende in esame il problema, la perizia, la giurisprudenza e il passaggio dagli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari) alle REMS (Residenze per le misure alternative di sicurezza). Nella seconda (Storie di malattia mentale), in primo piano, alcuni casi di studio (il parricida, la madre assassina, lo psichiatra Killer e gli incontri negli Opg). La terza è dedicata alla psichiatria e alla interpretazione del concetto di malattia, ai figli che uccidono i genitori, ai delitti di Adam Kabobo, 36 anni del Ghana, che a Milano, senza alcun apparente motivo (e a caso), si avventa sui passanti: ne uccide tre, mentre due sebbene feriti, riescono a fuggire. Il quarto capitolo è dedicato al femminicidio, con i temi sul “reato trasversale”, sulle nuove norme nel codice rosso e su alcuni casi di cronaca. A conclusione, Adriana Pannitteri ricorda anche che dinanzi al delitto più atroce e ingiustificato, non ci sia sanzione che possa lenire il dolore di chi ha subito la perdita, ma ci sia spazio per studiare, capire e prevenire. A questa ricerca Adriana Pannitteri ha dedicato parte dei suoi libri e il suo impegno prosegue in questa direzione.
In appendice: una perizia su un caso di femminicidio, la bibliografia e la sitografia e la postfazione di Annelore Homberg.

Adriana Pannitteri, giornalista del Tg1 Rai, ha pubblicato: “Madri assassine, diario da Castiglione delle Stiviere” (2006), “La vita senza limiti” (con Peppino Englaro, 2009), “La pazzia dimenticata, viaggio negli ospedali psichiatrici giudiziari” (2013), “Cronaca di un delitto annunciato” (romanzo sulla problematica del femminicidio, 2017), “La forza delle donne” (2020).

 
 

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