Bartoli: soddisfazione, in Italia casi gravi come quello di Nello Scavo                                             

 

Le istituzioni europee hanno trovato l’intesa sul testo finale del Media Freedom Act: il negoziato si è concluso venerdì 15 con un accordo complessivo sul testo che si avvia verso la sua approvazione definitiva. Il Media Freedom Act  è un regolamento e pertanto, a differenza delle direttive,  una volta approvato entrerà immediatamente in vigore per gli Stati membri dell’Unione Europea.

La principale novità dell’ultimo passaggio riguarda la possibilità di utilizzare gli spyware nei confronti dei giornalisti. La pressione delle organizzazioni di categorie e delle tante associazioni che si occupano di libertà di espressione ha consentito che venisse eliminata la dicitura che richiamava la “sicurezza nazionale” quale motivazione per giustificare lo spionaggio dei cronisti.

Immediata la soddisfazione della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) che ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati nella revisione del testo. La EFJ si è comunque riservata una “analisi accurata” della proposta di regolamento.

Positivo anche il giudizio dell’Ordine dei giornalisti. “Siamo soddisfatti delle recenti modifiche al Media Freedom Act a tutela dei giornalisti che non possono e non devono essere intercettati per il loro lavoro – afferma il presidente nazionale Carlo Bartoli – Purtroppo in Italia abbiamo avuto casi emblematici, come quello, recentemente confermato in una intervista da parte di un ex dirigente dei servizi, del collega Nello Scavo, a lungo oggetto di intercettazioni. Scavo, tra l’altro, è uno dei giornalisti italiani costretti a vivere sotto tutela per le minacce subite per il suo lavoro di inchiesta. Le istituzioni hanno il dovere di collaborare per far emergere i punti oscuri in vicende come queste. Chiedere chiarezza significa chiedere il rispetto del diritto-dovere di informare.

 

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