“Non ci sto! Devo usare un’espressione storica nel nostro Paese per dare forza allo sdegno per ciò che sta accadendo verso i colleghi del Corriere dello Sport. Tutto quello che la Lega calcio non ha fatto e non fa contro il razzismo, con cori indecenti che impunemente si ascoltano negli stadi senza che mai una partita sia stata definitivamente fermata e senza significative sanzioni per le curve, ora si traduce in una (presunta)  ‘esemplare’ squalifica per dei giornalisti che nessuna responsabilità avrebbero, ammesso che i loro capi avessero sbagliato. A me peraltro non sembra proprio, forse gli inglesi,  da cui sarebbe partita la polemica, si sono fermati al titolo, ma Roma e Milan, nonostante la proprietà straniera, l’italiano dovrebbero comprenderlo.

Io leggo che, parlando di Lukaku e Smalling, si parla di idoli e si aggiunge che  hanno imparato a stimarsi e che hanno preso posizioni forti contro il razzismo: sono i simboli di due squadre. Cosa  volete? Forse far dimenticare la polemica di quel dirigente della Lega calcio che piuttosto che impedire i cori razzisti voleva evitarne la percezione della gente, con la conseguenza che il telecronista tenuto a stigmatizzarli e condannarli o l’arbitro che dovrebbe sospendere la partita siano presi per visionari da casa? La lotta al razzismo e per il rispetto merita posizioni più serie. La sfida che lanciamo, come giornalisti,  è la tolleranza zero  su qualsiasi  atteggiamento discriminatorio.”

Lo afferma il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna commentando la decisione dei Club Milan e Roma calcio di  non aver alcun rapporto per un mese con i giornalisti del Corriere dello Sport e impedire loro l’accesso allo stadio.

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