Autore: Giacomo Lampronti

Editore: Dehoniane (2021), pag. 216, Euro 17,50

Pubblicato la prima volta nel 1948 dalla tipografia del quotidiano L’Avvenire d’Italia, questo libro racconta in prima persona la vicenda del giornalista Giacomo Lampronti. Di origine ebraica, spontaneamente convertito al cattolicesimo, fu licenziato a causa delle leggi razziali, ma trovò lavoro nel giornale cattolico che allora aveva sede a Bologna. Qui incontrò Odoardo Focherini, che lo ospitò di nascosto nella sua casa a Carpi assieme alla famiglia e ne organizzò la fuga in Svizzera. E’ un racconto appassionato dei dolorosi anni del fascismo e delle discriminazioni razziali: pagine che sono anche la testimonianza di una profonda amicizia tra due uomini negli anni più bui del Novecento.

Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, nella prefazione ricorda che Focherini il giornalismo lo amava così tanto che si fece anche amministratore di L’Avvenire d’Italia, perché quel quotidiano bolognese, d’ispirazione cattolica – che assieme all’Italia di Milano avrebbe poi generato, nel 1968, Avvenire – fosse nelle condizioni di tenere il campo e di fare sentire sempre la propria voce. Ma aveva chiaro in modo così profondo il dovere di un giornale che, fianco a fianco col Direttore Manzini, non accettò mai di andare in edicola a ogni costo, se questo avesse significato chinare schiena e testa, sino a pubblicare notizie e commenti “politicamente corretti”, secondo i potenti del momento, ma contrari alla verità e al bene. Tarquini precisa anche che il “pezzo” più bello della sua vita è quello che non ha potuto mettere in pagina: lo ha “scritto” nei suoi stessi giorni e in quelli delle persone di un’altra fede, di un’altra origine e della stessa umanità che contribuì a salvare dalle follie di una discriminazione assassina. L’Autore di Mio fratello Odoardo, aggiunge Tarquini, israelita di nascita e cristiano per attrazione e adesione, fu uno di loro. Per questo Focherini venne arrestato e deportato, per una dedizione splendente, annotò Manzini, come la Croce di Cristo.

Odoardo Focherini (Carpi, 1907 – Hersbruck, 1944) è stato un dirigente d’azienda e intellettuale cattolico italiano, Medaglia d’Oro al merito civile della Repubblica italiana, iscritto nell’Albo dei Giusti tra le Nazioni a Yad Vashem, per la sua opera a favore degli ebrei durante la Shoa, assieme al suo impegno per il quotidiano cattolico L’Avvenire d’Italia. Arrestato e trasferito in vari campi di concentramento, morì in quello di Hersbruck (non lontano da Norimberga), il 27 dicembre 1944. Il riconoscimento del suo martirio “in odium fidei” ha aperto la strada alla beatificazione (15 giugno 2013).

Nel sommario di questa nuova edizione del libro, oltre alla prefazione (“Come incandescente testimone”) di Marco Tarquinio, i cenni biografici di Giacomo Lampronti (a cura di Maria Petri), le notizie biografiche di Odoardo Focherini (a cura di Francesco Manicardi), l’introduzione dell’edizione 1948 di Raimondo Manzini. Seguono le testimonianze di Lampronti.

Il testo è corredato da un’Appendice fotografica.

Giacomo Lampronti (1903-1955) ha lavorato come giornalista al quotidiano L’Avvenire d’Italia e, dopo la guerra all’Arena e al Corriere del Mattino.

Maria Petri, nipote di Odoardo Focherini, da tempo si occupa delle vicende della deportazione, del tema dei Giusti e di didattica della storia.

Francesco Manicardi, giornalista e scrittore, è nipote di Focherini.

 

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