Il Coordinamento per le pari Opportunità dell’Ordine nazionale dei giornalisti ringrazia le colleghe che hanno messo in luce, attraverso l’inchiesta pubblicata ieri (16 ottobre 2024) da Irpimedia, il fenomeno di abusi sessuali e di sessismo di cui numerose aspiranti giornaliste hanno riferito di essere state vittime nei master di giornalismo e durante gli stages, portando alla luce un tema particolarmente delicato, accaduto in ambito universitario, dove si forma parte delle generazioni future di giornaliste e giornalisti.
Molte le testimonianze che sono state raccolte dalle tre giornaliste che hanno condotto l’inchiesta durata 8 mesi, ma nessuna denuncia è stata sporta, né mai nessuna segnalazione è arrivata seppur in forma anonima all’Ordine nazionale dei giornalisti. Pur prendendo atto che le scuole di giornalismo sono strutture totalmente in capo alle Università che le organizzano e che all’Ordine compete solo la vigilanza sulle materie insegnate e la verifica dei requisiti dei docenti che sono scelti dalla stessa Università, il Coordinamento chiede che nel prossimo quadro di indirizzi, venga inserito il rispetto di genere, con la richiesta di un aumento della componente femminile tra i docenti selezionati dagli atenei.
La Cpo ringrazia il Presidente Bartoli per essere immediatamente intervenuto, convocando i direttori dei master e per aver chiesto ai rettori delle Università e ai presidenti degli Ordini regionali, di rafforzare al massimo la vigilanza e la prevenzione di qualsiasi comportamento che possa configurare i reati di molestie o di violenza di genere.
La Cpo chiede inoltre al Consiglio nazionale dell’Ordine di mettere in atto contromisure a sostegno delle colleghe vittime di abusi, istituendo un proprio sportello di whistleblowing, dove si possa segnalare anche in forma anonima e che vada ad affiancarsi alle strutture che le Università mettono in campo, per il contrasto a fenomeni di violenza, molestie e comportamenti non appropriati, sostenendo le vittime in un percorso di denuncia alla magistratura dei reati commessi a loro danno.
Inoltre sollecita un monitoraggio costante, non solo nei master, ma anche nelle redazioni dove vengono effettuati gli stages.