Inaccettabile silenzio dalla Procura, difficile il lavoro dei cronisti su fatto di tale rilevanza
Nota del Comitato Esecutivo del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
foto ANSA
Le “specifiche ragioni di interesse pubblico”, di cui parla la Riforma Cartabia a proposito dei motivi che giustificano la diffusione di notizie da parte delle Procure della Repubblica, avrebbero suggerito, se non imposto, che sin dalle primissime ore successive al naufragio dello yacht Bayesian venisse fornita un’informazione ufficiale, non reticente o inesistente, su un’inchiesta riguardante fatti di rilevanza pubblica e di interesse planetario. Invece, nonostante l’importanza del fatto, la sua peculiarità e gravità, le nazionalità, la caratura e l’ambiente di appartenenza dei personaggi coinvolti, l’informazione ufficiale, di fonte pubblica, è stata del tutto assente. I giornalisti di tutto il mondo che si stanno occupando dell’affondamento del Bayesian devono scontrarsi con la mancanza di riscontri e con l’assenza di interlocutori istituzionali, nessuno dei quali autorizzato dal procuratore di Termini Imerese – dominus delle indagini e anche dei rapporti con la stampa – a intrattenere relazioni con i mezzi di informazione italiani e stranieri.
Tutto ciò, pur nel massimo rispetto della figura del procuratore, come persona e come rappresentante dello Stato, non è accettabile, perché significa privare l’informazione di canali ufficiali, certi e affidabili. Tale situazione crea infatti meccanismi distorsivi, cioè quello che è stato definito un “mercato nero nelle notizie”, rendendo quasi impossibili le verifiche delle fonti, la genuinità dell’informazione e il già difficile lavoro dei cronisti. Vengono poi paradossalmente agevolati i colleghi stranieri, informati dalle proprie ambasciate. In questo clima la “blindatura” imposta nei confronti dei superstiti da parte di una società (privata e straniera) di sicurezza, appare come un fatto quasi “normale”.
L’esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti invita il procuratore di Termini a intraprendere la via del dialogo con i cronisti. Sollecita anche, per l’ennesima volta, i poteri dello Stato – esecutivo, legislativo e giudiziario – a chiarire, ciascuno nel proprio ambito di competenze, una volta per tutte criteri e modalità di applicazione della legge Cartabia, evitando interpretazioni singole e spesso singolari, o, in mancanza, a rivedere il contenuto di una legge che, in un caso come quello del Bayesian, sta evidenziando, e a livello mondiale, i propri enormi e inconcepibili limiti.