Le pagine del libro di Luciana Esposito sono una narrazione fatta sul campo nell’inferno della camorra di Ponticelli, diventato quartiere simbolo di ogni città, rione, quartiere, piazza in cui vige la camorra. Le storie raccontate, e perfino la mimica di certi camorristi, sono identiche in ogni quartiere, come se si tramandassero attraverso una molecola specifica di Dna, che marca il codice identificativo dell’anima identitaria di quel tessuto sociale, stessi figli, seppure con sangue diverso, perché nati dalla stessa mamma: la camorra, che detta legge nelle terre in cui troneggia. Frutto di un lavoro di studio e ricerca durato 4 anni, il primo libro della giornalista narra cinque storie vere, incentrate sulle gesta dei boss che hanno più marcato la scena camorristica ponticellese e che si alternano alla tutt’altro che scontata normalità di “eroi buoni”: persone oneste, costrette a subire la furia cieca ed illogica della malavita. Ma anche “eroi cattivi” che hanno avuto il coraggio di voltare le spalle alla camorra, scrivendo un finale diverso da quel copione che condanna alla morte violenta o al carcere le vite di chi si lascia ispirare dalle logiche criminali. Luciana Esposito, con il suo giornale online, Napolitan.it, è dentro le viscere di questo inferno, ha imparato a decifrare i codici, i comportamenti e il linguaggio delle famiglie camorriste di Ponticelli. Seguendo così l’insegnamento di due maestri e amici nella lotta alla camorra, Amato Lamberti e il giovane Giancarlo Siani.

Luciana Esposito, classe 1984, vive a Cercola, al confine con Ponticelli, quartiere orientale della zona orientale di Napoli. Nel 2014 ha fondato Napolitan.it un osservatorio perenne sulle dinamiche camorristiche della periferia orientale di Napoli. Nel 2015 in seguito alla pubblicazione di un articolo che svelava i retroscena dell’omicidio della boss Annunziata D’Amico, viene aggredita dai membri di un clan che saranno condannati dopo un lungo processo durato sette anni. Nonostante le continue e costanti minacce da parte dei clan malavitosi, il suo lavoro non si è mai fermato ed è stato premiato con numerosi riconoscimenti nel corso degli anni.

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