Intervento dell’Ordine regionale: nessuna polemica con la Procura                                           

(ANSA) – Le parole del Procuratore di Parma, Alfonso D’Avino, secondo cui – nella vicenda dei neonati
morti a Traversetolo che vede agli arresti domiciliari la 21enne Chiara Petrolini – la finalità del comunicato inviato lo scorso 16 settembre “altro non era che cercare di individuare un punto
di equilibrio tra tre aspetti importanti, quali il diritto di cronaca, il segreto di indagine, la presunzione di innocenza”.
Ora, come riportato dalla ‘Gazzetta di Parma’ in edicola oggi, 27 settembre,  la replica del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Silvestro Ramunno. “L’Ordine dei Giornalisti – osserva – non ha altro interesse se non quello di veder garantita una corretta informazione all’opinione pubblica attraverso il lavoro dei giornalisti.
Nessuna sterile polemica con la Procura di Parma e con il suo Procuratore per il ‘caso Traversetolo’ ma in questa vicenda è emerso per l’ennesima volta il limite di una legge nata per nobili fini ma che si sta trasformando in una limitazione al diritto dei cittadini ad essere prontamente informati e in un
ostacolo all’attività dei giornalisti”.
A giudizio di Ramunno, nel caso di Traversetolo “prese di posizione di colleghi ci sono state quando la notizia era già nota e quando sono cominciate a circolare anticipazioni sul secondo ritrovamento. Compito del giornalista è quello di verificare la fondatezza delle informazioni, per evitare errori, alimentare voci e circo mediatico. Tutto questo non è stato possibile farlo, tutto qui”. Inoltre, argomenta ancora, “come Ordine non abbiamo mai giustificato comportamenti scorretti di colleghi, abbiamo sempre segnalato ai Consigli di Disciplina, nominati dal Tribunale, situazioni di potenziali violazioni deontologiche e il principio della presunzione di innocenza è uno dei cardini della nostra deontologia come ricorda sempre il presidente Carlo Bartoli”.
Quella di Traversetolo, prosegue il presidente dell’Ordine dei Giornalisti emiliano romagnolo, è “una terribile vicenda che ha scosso le coscienze di tutti, ma situazioni simili le viviamo continuamente nei territori, anche per casi di minore rilevanza mediatica o giuridica. Sta diventando normale non
parlare con i giornalisti, cioè non informare l’opinione pubblica, pur nel rispetto della segretezza delle indagini e della presunzione di innocenza, come ha precisato bene il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, negli ‘Orientamenti in materia di comunicazione istituzionale’ sui temi della presunzione di innocenza, la cui copia è stata consegnata all’Ordine dei Giornalisti.
Quindi, conclude Ramunno, “restiamo disponibili al confronto per una collaborazione in grado di garantire una corretta informazione all’opinione pubblica (“un primario interesse della collettività”) nel rispetto dei diritti di tutti”. (ANSA).

(foto – ANSA)

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