Due femminicidi e un figlicidio. Un piano progettato da giorni: le ragioni per cui Martino Benzi ha compiuto la strage ad Alessandria, togliendosi poi la vita, sono all’esame degli inquirenti.
Quello che conta, in questo dramma familiare, è una narrazione rispettosa di persone a cui la vita è stata tolta.
Come, invece, non è avvenuto nella trasmissione ‘Pomeriggio sul Cinque’ di venerdì 29 settembre, da parte della conduttrice, la giornalista Myrta Merlino: le Cpo di Ordine dei giornalisti, Federazione della Stampa Italiana,  Usigrai e l’associazione Giulia Giornaliste condannano la scelta di espressioni che nulla hanno a che vedere con un gravissimo fatto di cronaca, contrarie al Manifesto di Venezia e all’Articolo 5 bis del testo unico deontologico. Inaccettabile la ricerca di giustificazioni per l’autore dei gesti. Soprattutto non si può definire la violenta uccisione di tre familiari come “un gesto dettato da troppo amore”. Non c’è mai amore in relazioni violente, non può mai essere un alibi per chi nega la vita.
L’aver fatto proprio il concetto, espresso nella testimonianza raccolta, e proposta durante la trasmissione, senza né intervenire, né contrastare questa lettura, è un approccio che fa male alla buona informazione e determina una rivittimizzazione delle tre persone.
Le Cpo di Fnsi, Odg, Usigrai e Giulia Giornaliste si riservano di valutare una segnalazione all’Ordine regionale di competenza: la violenza non può mai essere né ammessa, né legittimata con parole che ledono la dignità, il rispetto e il diritto a vivere.

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