Nel 2022 cresce sui media la dimensione dell’accoglienza, mentre cala l’attenzione sui flussi migratori.

 

 

È stato presentato all’Università eCampus a Roma e in diretta streaming sulla pagina Facebook di Carta di Roma, il X rapporto di Carta di Roma, Notizie dal fronte, curato dall’Osservatorio di Pavia. Ad aprire i lavori l’attrice Daniela Morozzi.

In rappresentanza del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti i consiglieri Danilo Di Biasio e Nello Scavo (inviato di Avvenire). Fra i presenti anche la scrittrice Djarah Khan; Lorenza Lei, prorettrice Università eCampus; Mattia Peradotto, direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar); Marco Tarquinio, direttore di Avvenire; Chiara Zanchi, ricercatrice dell’Università degli Studi di Pavia; Ilvo Diamanti, professore dell’Università di Urbino Carlo Bo; la giornalista Francesca Mannocchi; il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso.

Per Valerio Cataldi, presidente dell’associazione Carta di Roma, «in questi dieci anni ha resistito e si è consolidata la “macchina della paura”, quel meccanismo che si ripete uguale a sé stesso, con una sequenza sempre identica che inizia in primavera con l’allarme di “un milione di persone pronte a partire dalle coste della Libia” e prosegue con la conta degli arrivi nei porti italiani. Tuttavia, l’analisi di questo ultimo anno di informazione sulle migrazioni, sui rifugiati, sui richiedenti asilo, rivela che c’è un binario parallelo su cui corrono la solidarietà per il popolo ucraino in fuga e l’ostilità in crescita verso i popoli in fuga in arrivo dal Mediterraneo. Un racconto doppio che dimostra quanto sia pervasiva la propaganda politica nel giornalismo italiano. La rivoluzione del linguaggio giornalistico sulle migrazioni – ha concluso – deve aspettare ancora».

Il 2022 segna un ulteriore calo dell’attenzione nei confronti del tema delle migrazioni, sia nell’informazione di prima serata sia sulle prime pagine dei principali quotidiani. La guerra in Ucraina e il flusso di rifugiati ucraini verso i Paesi europei sono al centro dell’agenda delle migrazioni. Sempre nel corso del 2022 sono 563 gli articoli sulle prime pagine dei quotidiani dedicate al tema dell’immigrazione in calo rispetto al 2021 (17% in meno): il dato più basso dal 2015. Di contro, la presenza in voce di persone migranti e rifugiati nei Tg, assestatasi negli ultimi anni attorno al 6-7%, balza al 21%, stabilendo un record storico.

«Quest’anno il rapporto fornisce, per fare il punto di dieci anni, uno sguardo di insieme rispetto alle caratteristiche della rappresentazione nei media mainstream, televisione, carta stampa e social. La parola dell’anno è “ucraini“», ha osservato Paola Barretta, coordinatrice dell’associazione Carta di Roma.

«Nel 2022 si è rilevato un calo del 14% rispetto ai primi 10 mesi del 2021 e il livello minimo di copertura raggiunto dopo il 2014. Il declino di attenzione sembra dovuto allo stravolgimento delle agende dei Tg, a lungo dominate dalla guerra in Ucraina. Il sentimento di insicurezza verso gli immigrati, rilevato a novembre, sale di 5 punti rispetto all’anno precedente ed è pari al 32%», ha evidenziato Giuseppe Milazzo, ricercatore dell’Osservatorio di Pavia.

Diversamente da quanto osservato nei titoli della stampa, nel decennio esaminato l’uso del termine “clandestino” cresce nell’universo social di Facebook. Dal 2013 al 2022 c’è un utilizzo altalenante del termine clandestino, con un picco nel 2015 e uno ancora maggiore nel periodo 2018-2020, ma la differenza maggiore rispetto a quanto osservato nei titoli della stampa è che la linea di tendenza è in questo caso crescente. Il mondo social, dunque, appare più permeabile all’utilizzo di un termine denigrante rispetto a quanto osservato nella stampa tradizionale, forse per assenza di freni inibitori o contenimenti derivanti da codici deontologici.

«Lavoriamo dall’Afghanistan da sempre e da agosto 2021 con maggiore forza. Dobbiamo mantenere il focus sull’Afghanistan poiché anche lì continuano coraggiosamente delle manifestazioni da parte di donne e attiviste, meno conosciute ma altrettanto pericolose; infatti, l’ultimo rapporto parla di arresti arbitrari, e uccisioni di manifestanti e attivisti, come la regista Sahraa Karimi prima donna ad avere dottorato in cinematografia. Lei nel 13 agosto 2021 lanciò un appello drammatico a mondo cinema e cultura su quanto succedeva in Afghanistan», la testimonianza di Anna Meli, vicepresidente di Carta di Roma.

In chiusura l’accompagnamento musicale di Antonella Tondi e gli interventi di Federico Fossi (Unhcr), Donatella Parisi (Centro Astalli), Flavio di Giacomo (Oim), Manuela Vinay (Otto per Mille Tavola Valdese), Filippo Miraglia (Arci), Martina Chichi (Amnesty), Francesco di Pietro (Asgi), Gabriella Guido (Amref), David Recchia (Acli), Elisa Marincola (Articolo 21), Grazia Naletto (Lunaria), Claudia Bruno (Usigrai), Eleonora Camilli (Redattore Sociale).

Il Rapporto “Notizie dal fronte” è pubblicato sul sito web dell’associazione Carta di Roma.

 

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