“Davvero il presidente Conte condivide che il carcere ai giornalisti per diffamazione sia legittimo, come ha scritto l’Avvocatura dello Stato nel rappresentare la Presidenza del Consiglio davanti la Corte Costituzionale nel giudizio di legittimità sul tema? Sono certo che il Premier impegnato nella lotta al coronavirus nulla sappia. E noi del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti abbiamo bisogno del suo tempo, che ora non può avere a disposizione, per dirgli del nostro profondo  rammarico . E’ questa la ragione in più per la quale ci siamo opposti all’idea, invece sostenuta dalla stessa Avvocatura dello Stato ,che si potesse fare a meno dell’udienza pubblica. Peraltro sicuramente  perdendo nella nebbia dell’emergenza l ‘opportunità di un serio dibattito sull’anacronistica sanzione edittale che affligge la libertà di stampa.

Perciò l’Ordine dei giornalisti ha chiesto e ottenuto, per la prima volta nella storia, la qualità di interventore. Chi sostiene disinvoltamente che si potesse rinunciare su un tema così rilevante, per fare presto e chissà in che modo, a uno dei cardini del processo in democrazia, costituito dalla sua pubblicità, tutto ha a cuore meno che la libertà di stampa.
Come direbbe il commissario Montalbano, splendido frutto della penna di Andrea Camilleri che tanto ci manca, su questa vergogna del carcere c’è bisogno di ‘schiamazzo’. Lo potremo fare quando sarà possibile un’attività normale anche invitando tutti a seguire la diretta streaming che la Corte Costituzionale assicura delle pubbliche udienze. Solo l’Ordine dunque contro il silenzio sul carcere ai giornalisti  e un processo a porte chiuse.”

Lo afferma Carlo Verna,  presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, motivando l’opposizione del Cnog  all’udienza a porte chiuse presso la suprema Corte sul tema del carcere ai giornalisti.

 

 

 

 

 

 

 

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