L’informazione non può essere sottoposta al controllo della politica. Lo affermano con forza i comitati di redazione di Rai Südtirol, Rai Ladinia, Tgr di Bolzano, Usigrai, Dolomiten, FF, Tageszeitung, Orf Südtiroler Heute, Alto Adige, dorsi del Corriere della sera, unitamente a Sindacato, Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, Fnsi e CNOG.
In un comunicato congiunto esprimono forte preoccupazione per la proposta di istituire a Bolzano un comitato consultivo per i media, contenuto nel programma di coalizione elaborato in vista dell’approvazione della nuova giunta provinciale.
Ingenera inoltre allarme la formulazione di volere monitorare gli sviluppi definiti “indesiderati” ed, a seconda delle valutazioni, indirizzare i finanziamenti ai media privati per “preservare la pluralità dei media”.
Ricordiamo ai responsabili politici altoatesini e sudtirolesi che l’articolo 21 della Costituzione repubblicana è ancora in vigore e che esso tutela la professione giornalistica che non può essere sottoposta a censura, autorizzazioni o controlli di qualsiasi tipo: la legge ordinistica con il collegio di disciplina, la normativa sulla diffamazione già consentono a chi si sente leso nella sua reputazione di difendersi. Senza contare la presenza del CORECOM ed, a livello nazionale, della commissione parlamentare di vigilanza per il servizio pubblico radiotelevisivo. Piuttosto sono i giornalisti che sono sotto attacco con le cosiddette querele bavaglio o querele temerarie che hanno lo scopo di intimorire ed autocensurare i giornalisti.
Dopo l’approvazione in prima lettura al Senato, alla vigilia di Natale della legge del deputato di Azione Enrico Costa, che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, 4 giorni fa la proposta del parlamentare di FDI Federico Mollicone di volere certificare digitalmente le notizie, adesso è il turno dell’organismo di controllo politico sui media altoatesini-sudtirolesi.
Notizia che evidentemente conferma l’allergia del potere politico a qualsiasi tipo di controllo da parte della libera stampa e della libera informazione.
Gli organismi sindacali ed ordinistici regionali e nazionali si opporranno con forza all’istituzione di questo comitato politico di controllo dell’informazione.