Convegno al Cnel organizzato da Usigrai e Fnsi
Il ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo e multipiattaforma, per l’inclusione, la coesione sociale e lo sviluppo del paese. In uno scenario mutato dalla pandemia e dalla guerra, questo il tema principale del convegno promosso dall’Usigrai e dalla Fnsi dal titolo “Il contratto di servizio 2023 – 2028 una sfida per l’Italia”, svoltosi presso la sede del Cnel a Roma il 12 luglio. La discussione ha sviluppato i diversi aspetti relativi alla funzione svolta dalla Rai, in particolare per quanto riguarda l’inclusione, la coesione sociale e lo sviluppo del paese nell’ottica multipiattaforma. L’Ordine dei Giornalisti vi ha preso parte con presenza del presidente Carlo Bartoli, del vice-presidente Angelo Baiguini e della segretaria nazionale Paola Spadari.
Il presidente dell’Ordine, nel suo intervento, ha sottolineato come la Rai svolga un ruolo ancor più cruciale e insostituibile di equilibrio e garanzia del pluralismo del sistema garantendo il diritto a un’informazione plurale e completa in tutti i territori del nostro Paese. “Il servizio pubblico – ha aggiunto Bartoli – deve essere anche piattaforma di scambio e interrelazione, condizione essenziale per poter rimanere uno dei player centrali dell’ecosistema dell’informazione nel nostro Paese.” (vedi altra news su questo sito, ndr).
Il dibattito è stato ampio e approfondito con la partecipazione, oltre che dei promotori e dei vertici di viale Mazzini, di molti esponenti del mondo dell’informazione e della società civile, moderati dal giornalista Giorgio Zanchini. In apertura e chiusura del dibattito i saluti del presidente del Cnel Tiziano Treu.
Per il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, la tv rimane ancora poggi il principale mezzo di informazione, ma deve stare al passo dell’evoluzione delle piattaforme, “il servizio pubblico deve investire in qualità e professionalità a partire dal lavoro giornalistico che va valorizzato e stabilizzato, contrastando anche le sacche di precariato.” Sulla stessa lunghezza d’onda Daniele Macheda, segretario nazionale Usigrai, che si è soffermato sulla specificità del contratto di servizio, “centralità della Rai vuol dire anche risorse e investimenti, soprattutto nell’innovazione digitale. Al servizio pubblico viene chiesta qualità e affidabilità per affrontare le sfide del futuro”.
Il Ministro allo sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, in un video messaggio, ha rimarcato la necessità di proseguire nell’incremento dell’offerta digitale, compresa quella in streaming in grado di competere con le gradi piattaforme. Un tema ripreso dalla presidente della Rai, Marinella Soldi, che prima ha richiamato lo scenario di guerra e di crisi sociale che si sta vivendo, “in questo quadro occorre parlare di più ai giovani e migliorare l’offerta editoriale in coerenza con il piano industriale dell’azienda”.
Per l’associazionismo è intervenuta Vanessa Pallucchi, rappresentante del Forum terzo settore, che ha ricordato come il comparto sia insediato soprattutto nelle periferie sociali urbane, “possiamo offrire un contributo di esperienze e professionalità per la costruzione di narrazioni dal basso”. Federico Faloppa, della Rete nazionale contro discorso di odio, ha ricordato l’importanza del ruolo del servizio pubblico come tracciante culturale e ispiratore di modelli virtuosi importantissimi per contrastare l’hate speech. Una finestra sull’Europa è stata aperta da Giacomo Mazzone, esperto di televisione in ambito europeo, che si è soffermato sull’esperienza francese e ha introdotto l’intervento di Jean Paul Phillippot, amministratore delegato della tv belga, che ha illustrato le specificità dell’emittente.
Alberto Barachini, presidente Commissione Vigilanza Rai, ha incalzato sulla necessità di innalzare la qualità informativa, “bene garantire risorse, ma anche sapere bene cosa fare con esse. Occorre innalzare la reputazione del servizio pubblico presso i cittadini. L’Infotainment spesso avvelena i pozzi dell’informazione, ma bisogna guardare al futuro”.
Di libera informazione ha parlato Beppe Giulietti, presidente Fnsi, che ha ricordato gli attacchi, le censure e i bavagli in tutto il mondo. Giulietti si è poi soffermato sul rapporto con il territorio rimarcando che occorre agganciare l’informazione dalle regioni ai flussi nazionali e internazionali. “Vi è una centralità del tema risorse per la definizione del contrato di servizio, altrimenti diventa un libro dei sogni.” Infine la governance: “Deve allontanarsi dal controllo degli esecutivi per avere una autonomia effettiva”. Giacomo Lasorella, presidente Agcom, ha parlato dei nuovi standard tecnologici in continuo aggiornamento e della necessità di garantire una adeguata infrastruttura per coprire il territorio. “Serve un’offerta editoriale di alto livello e con nuovi linguaggi per coinvolgere il pubblico giovanile. Va ribadita la centralità dell’informazione di qualità.”
L’ultimo intervento è stato di Carlo Fuortes, amministratore delegato Rai, per il quale la Rai deve restare nella sua missione principale, quella di essere a servizio del Paese. “E’ un’azienda viva che produce contenuti di alto livello, l’azienda ha appena compiuto un enorme passaggio organizzativo dalle reti ai generi, con l’obiettivo di diventare una media company digitale e valorizzare le sue professionalità, anche con un grande piano di formazione delle risorse umane”.