Sarà presentato mercoledì 21 febbraio alle ore 17 nella sede dell’Ordine nazionale dei giornalisti, in via Sommacampagna 19 il libro Storia illustrata del giornalismo italiano: il ruolo del giornalismo nell’Italia repubblicana a 60 anni dall’istituzione dell’Ordine dei Giornalisti. Storia illustrata del giornalismo italiano di Giancarlo Tartaglia

Realizzato grazie al contributo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, in occasione del sessantesimo anniversario della sua istituzione, il volume è stato pubblicato da Pacini Editore nella collana «Storie illustrate» ed è scritto da Giancarlo Tartaglia, segretario generale della Fondazione sul giornalismo “Paolo Murialdi”, contiene l’introduzione di Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la prefazione di Luigi Contu, direttore dell’ANSA, che ha anche permesso l’accesso al suo immenso patrimonio iconografico (composto da circa 13 milioni di immagini).

La Storia illustrata del giornalismo italiano intende infatti offrire anche una lettura “visiva”, attraverso le foto tratte dall’archivio ANSA che, affiancando il testo, ricostruiscono la storia del nostro Paese, dalla nascita della Repubblica fino alla contemporaneità.

E proprio i giornali, e i giornalisti, sono stati oggetto della trasformazione economica sociale e politica dell’Italia, ma ne sono stati anche il soggetto, nella consapevolezza che la libertà di stampa, di critica, di giudizio, di narrazione e valutazione dei fatti sono l’essenza di una sana democrazia.

Per meglio valutare quale sia stato il ruolo e il contributo del giornalismo italiano nell’Italia repubblicana, questo libro ne ricostruisce, sia pure a grandi linee, la vita e le trasformazioni, volendo, anche, ripercorrere alcuni degli avvenimenti più significativi della nostra storia, attraverso le parole e gli articoli degli stessi giornalisti, nella consapevolezza, come ha scritto un maestro di giornalismo come Tiziano Terzani, che il giornalismo «è un atteggiamento verso la vita, che muove dalla curiosità e finisce col diventare servizio pubblico: è missione».

Il volume, composto da 208 pagine con 138 immagini, ha un formato agevole, che valorizza le belle fotografie ma al tempo stesso, grazie alla copertina morbida, permette di essere maneggiato con praticità, e consultato in qualsiasi momento e luogo.

Il testo prende avvio e trova il suo significato a partire da una domanda che pone il presidente Bartoli: «Come sarebbe oggi l’Italia, quale sarebbe stato il suo sviluppo culturale, sociale ed economico, come sarebbe oggi la nostra vita se i giornali non fossero esistiti?».

Una domanda che può apparire oziosa, provocatoria, ma che in realtà fornisce la chiave di lettura, non solo del libro, ma del ruolo stesso del giornalismo: «Assistiamo attoniti e indifferenti – ancora Bartolial tramonto di giornali e telegiornali e più in generale delle forme tradizionali di informazione basate su un semplice ma basilare assunto: la possibilità per il cittadino di scegliere, in un contesto plurale di fonti di informazione, la testata o le testate da cui ricavare il nutrimento per la crescita della propria cultura, della propria consapevolezza». Senza volersi dunque esimere da una doverosa e approfondita autocritica sugli errori che in settanta anni di vita repubblicana hanno contrassegnato la storia della professione, di fatto, «Occorre anche assumere il ruolo fondamentale e lo straordinario valore rappresentato dal giornalismo italiano», chiosa il Presidente ricordando che: «I giornalisti non hanno esitato a rischiare la vita, e talvolta a perderla, per raccontare i delitti della mafia, i soprusi e le violenze, i crimini di guerra, gli stermini, le deportazioni e le barbarie degli ultimi secoli».

Questo volume intende celebrare i 60 anni dall’istituzione dell’Ordine dei Giornalisti, come ricorda anche Luigi Contu, direttore dell’agenzia ANSA che è stata media partner dell’Ordine per la celebrazione: «Rivedendo le immagini di questi anni e leggendo le parole di Giancarlo Tartaglia si ha infatti la percezione chiara di quanto il nostro mestiere costituisca un patrimonio da non disperdere. Di quanto sia stato e continui ad avere un’importanza fondamentale per capire il mondo in cui viviamo».

Dalle donne che sventolano i quotidiani che annunciano la proclamazione della Repubblica nel ’46 all’attentato a Togliatti, dagli anni del boom economico alla stagione buia del terrorismo, a Tangentopoli e alle ultime fasi della Prima Repubblica, le immagini dell’Ansa in quasi 50 anni hanno dato conto giorno per giorno di fatti, notizie, eventi: uno strumento potentissimo, immediato ed efficace, di informazione e di trasmissione di emozioni.

Anche Contu si unisce a Bartoli nella riflessione sul “ruolo” del giornalista nella contemporaneità: «Oggi il cittadino-lettore, che si trova di fronte all’oceano del mondo digitale, sommerso da un’alluvione di immagini, ha il diritto di essere informato in modo sempre più responsabile, etico e professionale. Ed è questo che rende oggi più che mai insostituibile il ruolo del giornalista».

Giancarlo Tartaglia, che è stato anche direttore della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, storico del giornalismo e autore di numerosi saggi e monografie, firma un testo sintetico, fruibile per tutti, non soltanto per i professionisti dell’informazione, a testimonianza del fatto, inconfutabile che – utilizzando le parole del presidente Bartoli – «siamo chiamati, come cittadini e come giornalisti, a operare in difesa della libertà e del rispetto dei diritti umani. Per tutti, sempre, incondizionatamente».

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